PAOLA PRESCIUTTINI

Anselmo Bucci

     Intorno al 2004, presso l’Istituto Idrografico della Marina, in occasione di una ricognizione di antichi fondi, è stata riscoperta una matrice di rame firmata da Anselmo Bucci, che rappresenta uno scorcio di Piazza Banchi a Genova, firmata e datata 1917, di cui non è nota la provenienza; non essendo citata nella bibliografia dell’artista, potrebbe essere inedita, forse un omaggio all’Istituto Idrografico in occasione di una collaborazione professionale  non andata a buon fine: già l’ammiraglio Magnaghi aveva ottenuto l’assunzione di Antonio Piccinni, artista di fama,  quale vedutista, così come aveva ingaggiato i migliori disegnatori e incisori disponibili a Genova, tra cui Alberto Porro e Vincenzo Colombo (cfr. Paola Presciuttini, Toponimi costieri italiani nella cartografia dell’Istituto Idrografico della Marina, Imperia-Chiusanico, Grafiche Amadeo, Centro Stampa Offset, 2008, 397 p., 374 immagini). E’ quindi possibile che analogo contatto fosse stato preso con Anselmo Bucci.

Genova, piazza Banchi, 1917
presso l’Istituto Idrografico della Marina

     Anselmo Bucci nasce a Fossombrone Pesaro il 23 maggio 1887. Nel 1892 il padre, ispettore scolastico, si trasferisce con la famiglia vicino Ferrara dove Anselmo apprende le prime nozioni di disegno dal pittore Francesco Salvini. Nel 1904  i Bucci si stabiliscono a Monza e Anselmo frequenta per un anno l’Accademia di Brera, dove segue le lezioni degli artisti più rappresentativi della Scapigliatura e della cultura artistica milanese (nota 1).

   Tra il 1906 e il 1915 vive a Parigi dove frequenta, tra gli altri, Severini, ModiglianiPicassoUtrillo e Apollinaire. A quegl’anni risalgono le sue prime esperienze di grafica tra cui la prima serie di puntesecche, Petite Paris Qui Bouge, forse in origine composta di 25 stampe; attualmente se ne conoscono 13.

La punta secca è la tecnica prediletta di Bucci perché gli consente la ripresa immediata della città in movimento, anche se realizza alcune litografie per l’editore Albert Larrieu. Tra il 1912 e il 1913, in occasione di visite in Sardegna, Algeria e Bretagna, riporta su lastra e su tela le proprie impressioni di viaggio.

Nel 1915 torna in Italia e si arruola nel battaglione dei Volontari Ciclisti Lombardi, che riunisce diversi artisti futuristi tra i quali MartinettiBoccioniSant’Elia e Carlo Erba. Nel 1917 pubblica a

Parigi una parte delle immagini di guerra, con l’editore D’Alignan, dal titolo Croquis du Front Italien.

Nel 1919, con gli editori Alfieri e Commerciale Lacrois, pubblica un’altra importante serie di immagini della prima guerra mondiale, intitolata Finis Austriae, in 12 litografie. Tra il 1929 ed il 1930 Bucci vive tra Milano e Parigi, e visita spesso la Francia. Da quel periodo fino al 1950 espone regolarmente alla Biennale Di Venezia.

La lastra di rame da cui è stata stampata l’incisione di cui sopra

Nel 1922 è tra i fondatori del gruppo Novecento che, in contrapposizione alle scelte delle avanguardie contemporanee, promuove il recupero di un’arte figurativa. Nel 1925 illustra l’edizione italiana del Primo Libro Della Giungla di Kipling, con 8 tavole a puntasecca.

Dal 1928 partecipa alla Quadriennale Di Roma. Dopo il 1930 lavora per un paio d’anni a Trieste, dove cura l’arredamento di alcuni piroscafi della Navigazione Libera Triestina. Negli stessi anni Trenta realizza svariate illustrazioni di opere letterarie classiche e contemporanee.

Nel 1942 si ripropone come “artista di guerra”, con svariate tavole dedicate alla Marina e all’Aviazione. Dopo la distruzione del suo studio di Milano, durante il bombardamento dell’agosto 1943, Bucci si trasferisce nella casa paterna di Monza, dove muore il 19 novembre 1955.

Le collezioni più significative delle sue opere sono presso la Pinacoteca Cesarini di Fossonbrone, con circa 600 tavole, e la Civica Raccolta Bertarelli, di Milano, con oltre 400. L’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma possiede 34 lastre.

(1) Notizie biografiche da Alessia Alberti in Paesaggio Urbano: Stampe italiane della prima metà’900 da Boccioni a Vespignani, a cura di Alida Moltedo Mapelli, Ministero Per i Beni Culturali

Anselmo Bucci

     Intorno al 2004, presso l’Istituto Idrografico della Marina, in occasione di una ricognizione di antichi fondi, è stata riscoperta una matrice di rame firmata da Anselmo Bucci, che rappresenta uno scorcio di Piazza Banchi a Genova, firmata e datata 1917, di cui non è nota la provenienza; non essendo citata nella bibliografia dell’artista, potrebbe essere inedita, forse un omaggio all’Istituto Idrografico in occasione di una collaborazione professionale  non andata a buon fine: già l’ammiraglio Magnaghi aveva ottenuto l’assunzione di Antonio Piccinni, artista di fama,  quale vedutista, così come aveva ingaggiato i migliori disegnatori e incisori disponibili a Genova, tra cui Alberto Porro e Vincenzo Colombo (cfr. Paola Presciuttini, Toponimi costieri italiani nella cartografia dell’Istituto Idrografico della Marina, Imperia-Chiusanico, Grafiche Amadeo, Centro Stampa Offset, 2008, 397 p., 374 immagini). E’ quindi possibile che analogo contatto fosse stato preso con Anselmo Bucci.

Genova, piazza Banchi, 1917
presso l’Istituto Idrografico della Marina

     Anselmo Bucci nasce a Fossombrone Pesaro il 23 maggio 1887. Nel 1892 il padre, ispettore scolastico, si trasferisce con la famiglia vicino Ferrara dove Anselmo apprende le prime nozioni di disegno dal pittore Francesco Salvini. Nel 1904  i Bucci si stabiliscono a Monza e Anselmo frequenta per un anno l’Accademia di Brera, dove segue le lezioni degli artisti più rappresentativi della Scapigliatura e della cultura artistica milanese (nota 1).

   Tra il 1906 e il 1915 vive a Parigi dove frequenta, tra gli altri, Severini, ModiglianiPicassoUtrillo e Apollinaire. A quegl’anni risalgono le sue prime esperienze di grafica tra cui la prima serie di puntesecche, Petite Paris Qui Bouge, forse in origine composta di 25 stampe; attualmente se ne conoscono 13.

La punta secca è la tecnica prediletta di Bucci perché gli consente la ripresa immediata della città in movimento, anche se realizza alcune litografie per l’editore Albert Larrieu. Tra il 1912 e il 1913, in occasione di visite in Sardegna, Algeria e Bretagna, riporta su lastra e su tela le proprie impressioni di viaggio.

Nel 1915 torna in Italia e si arruola nel battaglione dei Volontari Ciclisti Lombardi, che riunisce diversi artisti futuristi tra i quali MartinettiBoccioniSant’Elia e Carlo Erba. Nel 1917 pubblica a

Parigi una parte delle immagini di guerra, con l’editore D’Alignan, dal titolo Croquis du Front Italien.

Nel 1919, con gli editori Alfieri e Commerciale Lacrois, pubblica un’altra importante serie di immagini della prima guerra mondiale, intitolata Finis Austriae, in 12 litografie. Tra il 1929 ed il 1930 Bucci vive tra Milano e Parigi, e visita spesso la Francia. Da quel periodo fino al 1950 espone regolarmente alla Biennale Di Venezia.

La lastra di rame da cui è stata stampata l’incisione di cui sopra

Nel 1922 è tra i fondatori del gruppo Novecento che, in contrapposizione alle scelte delle avanguardie contemporanee, promuove il recupero di un’arte figurativa. Nel 1925 illustra l’edizione italiana del Primo Libro Della Giungla di Kipling, con 8 tavole a puntasecca.

Dal 1928 partecipa alla Quadriennale Di Roma. Dopo il 1930 lavora per un paio d’anni a Trieste, dove cura l’arredamento di alcuni piroscafi della Navigazione Libera Triestina. Negli stessi anni Trenta realizza svariate illustrazioni di opere letterarie classiche e contemporanee.

Nel 1942 si ripropone come “artista di guerra”, con svariate tavole dedicate alla Marina e all’Aviazione. Dopo la distruzione del suo studio di Milano, durante il bombardamento dell’agosto 1943, Bucci si trasferisce nella casa paterna di Monza, dove muore il 19 novembre 1955.

Le collezioni più significative delle sue opere sono presso la Pinacoteca Cesarini di Fossonbrone, con circa 600 tavole, e la Civica Raccolta Bertarelli, di Milano, con oltre 400. L’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma possiede 34 lastre.

(1) Notizie biografiche da Alessia Alberti in Paesaggio Urbano: Stampe italiane della prima metà’900 da Boccioni a Vespignani, a cura di Alida Moltedo Mapelli, Ministero Per i Beni Culturali