PAOLA PRESCIUTTINI

L’antica meridiana dell’

Istituto Idrografico della Marina

 Tra le meridiane di Genova spiccano quelle realizzate da Enrico Alberto d’Albertis (1836-1932), un uomo eclettico: prima ufficiale di Marina, fu viaggiatore e navigante instancabile, ripercorse le rotte di Colombo, scrisse relazioni di viaggio avvincenti come romanzi d’avventura, con i suoi “souvenir” contribuì alla creazione del Museo civico di Storia Naturale, fu definito da Edmondo De Amicis “un girovago pintor di meridiane” per la passione che lo spinse a costruirne nel suo castello e dovunque andasse.    

     Ne realizzò 106, di cui 22 in Liguria, altre in Piemonte, Val d’Aosta e Toscana – le sue regioni preferite – altre ancora in località termali, alcune all’Estero, svariate dedicate ad amici illustri. Ogni meridiana è legata da un’epigrafe al luogo e alle circostanze in cui fu realizzata, e molte sono quelle in zone di guerra, con riferimenti patriottici agli eventi bellici.

     Una fu costruita per l’Istituto Idrografico della Marina e fu affissa nel 1919 sulla parete a mare dell’edificio. Negli anni Cinquanta la lastra di marmo  cadde e si frantumò irrimediabilmente, in seguito rimpiazzata con un’altra, opera di esperti matematici.

 

Sotto la data, l’iscrizione

 ALMAE MATRI ITALICAE GENTIS RESTITUTIONIS ANNO,

ossia “Nell’anno della restituzione dell’italica gente all’Alma Madre”.
Sotto lo gnomone HORA IUSTITIAE.
In basso:
A propugnaculo olim / nunc coeli marisque specula / accipe horam,
ossia
“da [quello che era] un fortino in passato, ora specola del cielo e del mare, ricevi l’ora”

E’ un esplicito riferimento all’attività di determinazione e distribuzione dell’ora ai naviganti e alla popolazione, svolta presso l’osservatorio astronomico situato nell’Istituto Idrografico, che sorge sull’antico Forte San Giorgio. 

Alla cortesia della discendente Anna Giulia d’Albertis dobbiamo le fotografie dall’archivio familiare, di cui una documenta la posa della meridiana sulla parete dell’Istituto Idrografico, mentre nello spiazzo antistante sono in corso lavori di sbancamento per la costruzione di ulteriori edifici.

L’ultima fotografia rappresenta l’antico ingresso alla Biblioteca nel 1919, a cielo aperto che, nei primi anni Settanta,  è stato coperto e trasformato in sala di lettura.

L’antica meridiana dell’

Istituto Idrografico della Marina

 Tra le meridiane di Genova spiccano quelle realizzate da Enrico Alberto d’Albertis (1836-1932), un uomo eclettico: prima ufficiale di Marina, fu viaggiatore e navigante instancabile, ripercorse le rotte di Colombo, scrisse relazioni di viaggio avvincenti come romanzi d’avventura, con i suoi “souvenir” contribuì alla creazione del Museo civico di Storia Naturale, fu definito da Edmondo De Amicis “un girovago pintor di meridiane” per la passione che lo spinse a costruirne nel suo castello e dovunque andasse.    

     Ne realizzò 106, di cui 22 in Liguria, altre in Piemonte, Val d’Aosta e Toscana – le sue regioni preferite – altre ancora in località termali, alcune all’Estero, svariate dedicate ad amici illustri. Ogni meridiana è legata da un’epigrafe al luogo e alle circostanze in cui fu realizzata, e molte sono quelle in zone di guerra, con riferimenti patriottici agli eventi bellici.

     Una fu costruita per l’Istituto Idrografico della Marina e fu affissa nel 1919 sulla parete a mare dell’edificio. Negli anni Cinquanta la lastra di marmo  cadde e si frantumò irrimediabilmente, in seguito rimpiazzata con un’altra, opera di esperti matematici.

 

Sotto la data, l’iscrizione

 ALMAE MATRI ITALICAE GENTIS RESTITUTIONIS ANNO,

ossia “Nell’anno della restituzione dell’italica gente all’Alma Madre”.
Sotto lo gnomone HORA IUSTITIAE.
In basso:
A propugnaculo olim / nunc coeli marisque specula / accipe horam,
ossia
“da [quello che era] un fortino in passato, ora specola del cielo e del mare, ricevi l’ora”

E’ un esplicito riferimento all’attività di determinazione e distribuzione dell’ora ai naviganti e alla popolazione, svolta presso l’osservatorio astronomico situato nell’Istituto Idrografico, che sorge sull’antico Forte San Giorgio. 

Alla cortesia della discendente Anna Giulia d’Albertis dobbiamo le fotografie dall’archivio familiare, di cui una documenta la posa della meridiana sulla parete dell’Istituto Idrografico, mentre nello spiazzo antistante sono in corso lavori di sbancamento per la costruzione di ulteriori edifici.

L’ultima fotografia rappresenta l’antico ingresso alla Biblioteca nel 1919, a cielo aperto che, nei primi anni Settanta,  è stato coperto e trasformato in sala di lettura.