PAOLA PRESCIUTTINI

Scuola di Marina, Genova 1816-1881

La Caserma Santa Teresa a Genova:
da Scuola di Marina a sede di reparti della Guardia di Finanza

 

di Gerardo Severino
Già direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza

http://museostorico.gdf.it/
Piazza M. Armellini, 20 – 00162 ROMA

(in origine pubblicato sul portale condotto da Paola Presciuttini,  sullacrestadellonda.it, chiuso nel 2012)

 

    A Genova, sull’altura di Monte Galletto, in posizione dominante sul porto, nelle vicinanze dell’attuale Stazione di Porta Principe, è ancora oggi attiva una caserma della Guardia di Finanza, la “Santa Teresa”, un tempo sede della Scuola di Marina del Regno di Sardegna.

    In realtà, la “Santa Teresa” non nacque come caserma militare, ma fu un monastero delle suore Carmelitane Scalze, con annessa chiesa dedicata a Santa Teresa d’Avila, l’ispiratrice della riforma dell’Ordine (istituito nel 1452), decretata da Papa Pio IV nel 1562.

    Secondo alcune fonti storiche, le origini del monastero risalirebbero al 1635, quando Genova era la capitale della Repubblica Marinara, qualche decennio dopo l’apertura di Via Balbi.

    La caserma è costituita da un edificio a tre corpi di fabbrica, disposti ai bordi di un ampio piazzale, il cui quarto lato termina con una terrazza – un tempo con vista sul mare – fermata sullo strapiombo da un alto muraglione (il cosiddetto “cappellino”).

    Il Convento delle Carmelitane rimase in uso a tale Ordine monastico fino al 1797, anno in cui, a seguito all’invasione napoleonica dell’Italia del Nord, fu requisito e probabilmente adibito a quartiere militare per i soldati della Repubblica ligure, d’influenza francese, mentre dopo il 6 giugno 1805, con l’annessione all’Impero Napoleonico, ospitò alcuni reparti della “grande armée”.

Planimetria e prospetti dell’ex convento di Santa Teresa, poi Scuola di Marina del Regno sabaudo

in un rilievo napoleonico del 13 maggio 1811 

oggi presso l’ISCAG – Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio, Roma (EM 21/A 1517)

    Con la disfatta di Napoleone, il Congresso di Vienna decretò, il 7 gennaio 1815, l’annessione di Genova al Regno di Sardegna. Di conseguenza, la città fu sede della principale base della rinata Marina da Guerra piemontese, così come prevedeva il programma d’ammodernamento varato dall’Ammiraglio Giorgio Des Geneys.

    In tale contesto storico – siamo nel 1816 – nel capoluogo ligure fu trasferita la prestigiosa Regia Scuola per ufficiali di Marina, sorta a Villafranca (Nizza) nel lontano 1762, in un’epoca in cui la città francese faceva ancora parte dei possedimenti Sabaudi. Nei pressi della Scuola fu aperto anche un Ospedale Militare, al quale, fra il 1818 ed il 1828, fu affiancato il Forte San Giorgio, che fu poi parzialmente distrutto nel 1848 dalla popolazione in rivolta.

    Come tutti gli ex conventi, anche quello di Santa Teresa dispone di ampi porticati, sui quali, un tempo, si aprivano gli usci e le finestre delle numerose celle monastiche, il refettorio ed alcuni magazzini. Riadattato all’uso di Scuola militare,  l’edificio risultò composto di un piano terreno, con le camerate degli allievi più giovani (di età variabile tra i 12 e i 15 anni), le aule ed i laboratori di fisica e chimica; di un primo piano, con gli uffici del comandante e degli ufficiali istruttori, mentre al secondo erano collocate le camerate degli allievi più anziani.

L’albero per le esercitazioni nella piazza d’armi della Santa Teresa

    In mezzo alla piazza d’armi era piantato un albero di trinchetto di un grosso brigantino, con relativo bompresso, utilizzati dagli allievi per le esercitazioni marinaresche. Secondo alcuni storici, invece, il piazzale ospitava “un modello di fregata coll’alberatura e intieramente attrezzata per dare agli allievi le prime idee della costruzione in generale” (1).

Sul lato ovest dell’antico maniero vi è ancora oggi una torretta, sulla quale, ai tempi della Scuola di Marina, era stato sistemato l’osservatorio astronomico per uso didattico.

 

 

L’osservatorio in un progetto di modifica datato 11 novembre 1861, oggi presso l’ISCAG (EM 21/A, 1515)

 

Sul muraglione, invece, esistevano tre troniere dalle quali emergevano tre cannoni montati su affusto.

Un’ampia descrizione della Regia Scuola di Marina di Genova è riportata nel libro Al servizio del mare italiano (Paravia Editore Torino, anno 1928), di cui è autore il celebre scrittore Jack la Bolina (pseudonimo dell’ufficiale di Marina Augusto Vittorio Vecchi), che ne era stato allievo dal 1856 al 1861 (2).

Dopo l’unità d’Italia, la Scuola di Genova operò contemporaneamente a quella di Napoli, la gloriosa Accademia della Marina delle Due Sicilie sorta nel 1818.

   Nonostante le notevoli difficoltà d’ordine pratico, le due Scuole continuarono separatamente ad istruire i futuri ufficiali di Marina fino al 1868, allorquando, con apposito Decreto del 20 settembre, l’allora Ministro della Guerra, Ammiraglio Augusto Riboty, unificò le due scuole in un unico Istituto, suddiviso però in due Comandi, detti Divisioni. Da quel momento gli allievi seguirono i primi due anni di corso presso la sede di Napoli e gli ultimi due a Genova.

   Nel 1878, con la trasformazione della Scuola di Marina in Accademia Navale, il Ministro della Marina, Ammiraglio Benedetto Brin, ne decise il trasferimento a Livorno, in un’ampia struttura sorta nei pressi dell’antico lazzaretto di San Iacopo. La Regia Scuola di Marina abbandonò Genova alcuni mesi prima dell’inaugurazione dell’Accademia livornese, avvenuta il 6 novembre 1881 (3).

A pesare sulla decisione del trasferimento in altra sede contribuirono due fattori: la considerazione che entrambe le strutture (Genova e Napoli) erano poco capienti e, soprattutto, lontane dal mare, circostanza negativa per un efficace addestramento degli allievi; e il fatto che la “Santa Teresa”, oltre a non disporre di spazi adeguati per le esercitazioni militari, aveva anche perso la vista sul mare, fondamentale per gli studi di astronomia, ormai seriamente compromessa a seguito della costruzione di vari fabbricati civili nel sottostante quartiere di Prè.

   A questo punto, però, s’inserisce un fatto nuovo: contrariamente a quanto scritto da alcuni storici, la “Santa Teresa” non cessò affatto la sua funzione di caserma militare. Nel luglio dello stesso 1881, ai marinai subentrarono, infatti, i finanzieri. In seguito all’istituzione dei cosiddetti “Depositi d’Istruzione degli allievi Guardie di Finanza”, Genova fu prescelta quale sede di uno dei quattro reparti d’istruzione previsti dalla Legge 8 aprile 1881, n. 149.

Il cortile della Caserma, con l’imponente facciata rivolta a mezzogiorno

    Il Deposito fu, quindi, allocato nella Caserma “Santa Teresa”, peraltro senza alcuna difficoltà logistica, considerato l’uso per il quale l’immobile era stato utilizzato fino a quel momento. Il reparto fu da subito ben accolto dalla locale cittadinanza, che non poche rimostranze aveva innescato alla notizia del trasferimento a Livorno della storica Scuola di Marina. Non solo, ma la città riconobbe presto l’utilità sociale del Deposito di Finanza in occasione delle frequenti calamità naturali che colpirono Genova in quello scorcio di secolo. Fra i casi più eclatanti ricordiamo in questa sede il grosso incendio scoppiato il 9 gennaio 1887 in località San Teodoro, domato proprio grazie all’intervento di una compagnia di allievi e dei loro istruttori.

Il cortile da una diversa angolazione

    Nel 1888, nel quadro di un ampio programma di ammodernamento della struttura militare, all’interno di un’adiacente cortile della “Santa Teresa” fu creata anche una delle prime scuole di tiro del Corpo. Il relativo poligono fu ricavato in una parte del giardino, la più idonea per l’addestramento al tiro ordinario a 60 metri.

La scuola di tiro nel 1888-1893

    Da un articolo pubblicato sulla “Rivista Illustrata della R. Guardia di Finanza”, si apprende che tale iniziativa venne favorevolmente accolta dalle autorità militari genovesi ed anche dalla stampa specializzata, tant’è che un prestigioso giornale militare scrisse: “….questa scuola dimostra la sollecitudine del Governo per la istruzione militare delle guardie di finanza, tanto necessaria affinché, in caso di bisogno, esse sappiano compiere utilmente il proprio dovere”.

    Nel 1894, poi, in seguito al trasferimento a Verona del Deposito di Venezia, nell’impossibilità di dare agli allievi finanzieri di mare l’istruzione pratica per il servizio nei porti e nelle dogane, furono avviate al Deposito di Genova anche le reclute destinate a tali servizi. Gli allievi ricevettero la necessaria istruzione, sia dal punto di vista formale che tecnico-professionale, potendo anche utilizzare, per le esercitazioni in mare, il naviglio dislocato nel sottostante porto militare.

Esercitazioni nel cortile della Caserma

Il Deposito di Genova ebbe comunque vita breve, per quanto intensa, specie se pensiamo che fra le sue mura, in circa 17 anni di operosità, furono istruite migliaia di Fiamme Gialle. Nel 1898, in seguito alla riforma dei reparti d’istruzione della Guardia di Finanza, il reparto fu, infatti, soppresso. Da tale anno, la Caserma “Santa Teresa” fu quindi sede di prestigiosi reparti territoriali della Guardia di Finanza, primo fra tutti il Comando di Circolo interno.

Una camerata della Caserma nel 1902

1901: il Generale comandante e i suoi Ufficiali

Nel 1902 vi fu anche creata una Fanfara musicale, composta da 22 elementi al comando di un Sotto Brigadiere, la quale prese anche parte alle esercitazioni militari organizzate proprio in quell’anno nei pressi di Sestri Ponente. L’anno seguente, la direzione del complesso fu affidata ad un maestro civile, per poi ritornare, nel dicembre 1904, ad un sottufficiale musicante. Non solo, ma nell’agosto 1908, con la trasferimento a Genova della 1^ Legione di Torino, la “Santa Teresa” ospitò anche tale importante reparto.

 

  

  Con lo scoppio della Grande Guerra, la “Santa Teresa” ospitò centinaia di finanzieri, provenienti dalle Compagnie 4^ e 5^ di Genova e 7^ di La Spezia, con i quali fu costituito il 2° Battaglione mobilitato destinato ai combattimenti sul fronte Giulio.

    Attualmente la caserma ospita il 2° Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Genova, che assicura i servizi di vigilanza portuali.

Da La Regia Marina italiana all’Esposizione di Milano 1906, Bergamo 1906)

L’ammiraglio Simone Pacoret de Saint Bon,

eroe di Lissa, capo di Stato Maggiore e poi Ministro della Marina:

già responsabile dell’osservatorio didattico presso la Scuola di Marina,

nel 1859 fu destinato alla direzione dell’Osservatorio per gli usi scientifici della Marina,

costruito nel Forte San Giorgio.

Note

1.  Dal Regolamento del 1° ottobre 1815, consultabile presso la Biblioteca dell’Istituto Idrografico della Marina, si desume che inizialmente la Scuola era dotata di “un modello di fregata coll’alberatura e intieramente attrezzata per dare agli allievi le prime idee della costruzione in generale … mentre la mondezza de’ luoghi, e qualunque faticoso servizio della scuola si eseguirà con l’opera dei condannati del bagno, che giornalmente saranno a ciò destinati“.

 

2. Documenti diversi – progetti, calcoli di spesa, delibere del Genio Militare – sulla Scuola di Marina e sull’adiacente Ospedale militare sono conservati all’Archivio di Stato di Torino, Marina Materiali, mazzo 460


3.  Jacopo Paolino Campigli – capo-tecnico disegnatore presso l’Istituto Idrografico – scrive che l’ ordinamento delle due Scuole era pressoché uguale: istruzione scientifica, letteraria e professionale, impartita nell’arco di cinque anni, interrotta annualmente da una campagna in mare, di diversa durata in ciascuna scuola. Gli studenti venivano ammessi in età variabile tra i 12 e i 15 anni a Genova, anche più giovani a Napoli e, al termine del corso, ricevevano il grado di Guardiamarina.
Alla costituzione del Regno d’Italia, le due scuole rimasero autonome, pur ricevendo lo stesso ordinamento, ora modificato in quattro anni scolastici, con contestuale “inasprimento” degli esami d’ammissione. Alla fine del 1867 le due Scuole confluirono in un’unica istituzione che includeva una Prima Divisione a Napoli, con le classi I e II, e una Seconda Divisione a Genova, con le classi III e IV. Nel 1873 il numero degli anni scolastici fu riportato a cinque, alleggerendosi nel contempo gli esami per l’ammissione, di cui le prime tre classi si tenevano a Napoli e le altre due a Genova.
Nel 1878 fu promulgata la legge per la fondazione dell’Accademia Navale, su iniziativa del Ministro della Marina, Benedetto Brin: il nuovo Istituto fu eretto nell’area dell’antico lazzaretto S. Iacopo a Livorno e fu inaugurato il 6 novembre 1881 alla presenza di S.A.R. il Duca di Genova, Tommaso di Savoia, allora Capitano di Vascello.

 

Bibliografia 

Campigli Jacopo Paolino, Cartografia in La Regia Marina italiana all’Esposizione di Milano 1906, Bergamo 1906, 192 p., consultabile presso la Biblioteca dell’ Istituto Idrografico della Marina

Presciuttini Paola, L’Istituto Idrografico della Marina in Forte San Giorgio, I.I.M., Genova 1995

Vecchi Augusto Vittorio  (“Jack la Bolina”), Al servizio del mare italiano, Paravia Editore Torino, 1928

Scuola di Marina, Genova 1816-1881

La Caserma Santa Teresa a Genova:
da Scuola di Marina a sede di reparti della Guardia di Finanza

 

di Gerardo Severino
Già direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza

http://museostorico.gdf.it/
Piazza M. Armellini, 20 – 00162 ROMA

(in origine pubblicato sul portale condotto da Paola Presciuttini,  sullacrestadellonda.it, chiuso nel 2012)

 

    A Genova, sull’altura di Monte Galletto, in posizione dominante sul porto, nelle vicinanze dell’attuale Stazione di Porta Principe, è ancora oggi attiva una caserma della Guardia di Finanza, la “Santa Teresa”, un tempo sede della Scuola di Marina del Regno di Sardegna.

    In realtà, la “Santa Teresa” non nacque come caserma militare, ma fu un monastero delle suore Carmelitane Scalze, con annessa chiesa dedicata a Santa Teresa d’Avila, l’ispiratrice della riforma dell’Ordine (istituito nel 1452), decretata da Papa Pio IV nel 1562.

    Secondo alcune fonti storiche, le origini del monastero risalirebbero al 1635, quando Genova era la capitale della Repubblica Marinara, qualche decennio dopo l’apertura di Via Balbi.

    La caserma è costituita da un edificio a tre corpi di fabbrica, disposti ai bordi di un ampio piazzale, il cui quarto lato termina con una terrazza – un tempo con vista sul mare – fermata sullo strapiombo da un alto muraglione (il cosiddetto “cappellino”).

    Il Convento delle Carmelitane rimase in uso a tale Ordine monastico fino al 1797, anno in cui, a seguito all’invasione napoleonica dell’Italia del Nord, fu requisito e probabilmente adibito a quartiere militare per i soldati della Repubblica ligure, d’influenza francese, mentre dopo il 6 giugno 1805, con l’annessione all’Impero Napoleonico, ospitò alcuni reparti della “grande armée”.

Planimetria e prospetti dell’ex convento di Santa Teresa, poi Scuola di Marina del Regno sabaudo

in un rilievo napoleonico del 13 maggio 1811 

oggi presso l’ISCAG – Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio, Roma (EM 21/A 1517)

    Con la disfatta di Napoleone, il Congresso di Vienna decretò, il 7 gennaio 1815, l’annessione di Genova al Regno di Sardegna. Di conseguenza, la città fu sede della principale base della rinata Marina da Guerra piemontese, così come prevedeva il programma d’ammodernamento varato dall’Ammiraglio Giorgio Des Geneys.

    In tale contesto storico – siamo nel 1816 – nel capoluogo ligure fu trasferita la prestigiosa Regia Scuola per ufficiali di Marina, sorta a Villafranca (Nizza) nel lontano 1762, in un’epoca in cui la città francese faceva ancora parte dei possedimenti Sabaudi. Nei pressi della Scuola fu aperto anche un Ospedale Militare, al quale, fra il 1818 ed il 1828, fu affiancato il Forte San Giorgio, che fu poi parzialmente distrutto nel 1848 dalla popolazione in rivolta.

    Come tutti gli ex conventi, anche quello di Santa Teresa dispone di ampi porticati, sui quali, un tempo, si aprivano gli usci e le finestre delle numerose celle monastiche, il refettorio ed alcuni magazzini. Riadattato all’uso di Scuola militare,  l’edificio risultò composto di un piano terreno, con le camerate degli allievi più giovani (di età variabile tra i 12 e i 15 anni), le aule ed i laboratori di fisica e chimica; di un primo piano, con gli uffici del comandante e degli ufficiali istruttori, mentre al secondo erano collocate le camerate degli allievi più anziani.

L’albero per le esercitazioni nella piazza d’armi della Santa Teresa

    In mezzo alla piazza d’armi era piantato un albero di trinchetto di un grosso brigantino, con relativo bompresso, utilizzati dagli allievi per le esercitazioni marinaresche. Secondo alcuni storici, invece, il piazzale ospitava “un modello di fregata coll’alberatura e intieramente attrezzata per dare agli allievi le prime idee della costruzione in generale” (1).

Sul lato ovest dell’antico maniero vi è ancora oggi una torretta, sulla quale, ai tempi della Scuola di Marina, era stato sistemato l’osservatorio astronomico per uso didattico.

 

 

L’osservatorio in un progetto di modifica datato 11 novembre 1861, oggi presso l’ISCAG (EM 21/A, 1515)

 

Sul muraglione, invece, esistevano tre troniere dalle quali emergevano tre cannoni montati su affusto.

Un’ampia descrizione della Regia Scuola di Marina di Genova è riportata nel libro Al servizio del mare italiano (Paravia Editore Torino, anno 1928), di cui è autore il celebre scrittore Jack la Bolina (pseudonimo dell’ufficiale di Marina Augusto Vittorio Vecchi), che ne era stato allievo dal 1856 al 1861 (2).

Dopo l’unità d’Italia, la Scuola di Genova operò contemporaneamente a quella di Napoli, la gloriosa Accademia della Marina delle Due Sicilie sorta nel 1818.

   Nonostante le notevoli difficoltà d’ordine pratico, le due Scuole continuarono separatamente ad istruire i futuri ufficiali di Marina fino al 1868, allorquando, con apposito Decreto del 20 settembre, l’allora Ministro della Guerra, Ammiraglio Augusto Riboty, unificò le due scuole in un unico Istituto, suddiviso però in due Comandi, detti Divisioni. Da quel momento gli allievi seguirono i primi due anni di corso presso la sede di Napoli e gli ultimi due a Genova.

   Nel 1878, con la trasformazione della Scuola di Marina in Accademia Navale, il Ministro della Marina, Ammiraglio Benedetto Brin, ne decise il trasferimento a Livorno, in un’ampia struttura sorta nei pressi dell’antico lazzaretto di San Iacopo. La Regia Scuola di Marina abbandonò Genova alcuni mesi prima dell’inaugurazione dell’Accademia livornese, avvenuta il 6 novembre 1881 (3).

A pesare sulla decisione del trasferimento in altra sede contribuirono due fattori: la considerazione che entrambe le strutture (Genova e Napoli) erano poco capienti e, soprattutto, lontane dal mare, circostanza negativa per un efficace addestramento degli allievi; e il fatto che la “Santa Teresa”, oltre a non disporre di spazi adeguati per le esercitazioni militari, aveva anche perso la vista sul mare, fondamentale per gli studi di astronomia, ormai seriamente compromessa a seguito della costruzione di vari fabbricati civili nel sottostante quartiere di Prè.

   A questo punto, però, s’inserisce un fatto nuovo: contrariamente a quanto scritto da alcuni storici, la “Santa Teresa” non cessò affatto la sua funzione di caserma militare. Nel luglio dello stesso 1881, ai marinai subentrarono, infatti, i finanzieri. In seguito all’istituzione dei cosiddetti “Depositi d’Istruzione degli allievi Guardie di Finanza”, Genova fu prescelta quale sede di uno dei quattro reparti d’istruzione previsti dalla Legge 8 aprile 1881, n. 149.

Il cortile della Caserma, con l’imponente facciata rivolta a mezzogiorno

    Il Deposito fu, quindi, allocato nella Caserma “Santa Teresa”, peraltro senza alcuna difficoltà logistica, considerato l’uso per il quale l’immobile era stato utilizzato fino a quel momento. Il reparto fu da subito ben accolto dalla locale cittadinanza, che non poche rimostranze aveva innescato alla notizia del trasferimento a Livorno della storica Scuola di Marina. Non solo, ma la città riconobbe presto l’utilità sociale del Deposito di Finanza in occasione delle frequenti calamità naturali che colpirono Genova in quello scorcio di secolo. Fra i casi più eclatanti ricordiamo in questa sede il grosso incendio scoppiato il 9 gennaio 1887 in località San Teodoro, domato proprio grazie all’intervento di una compagnia di allievi e dei loro istruttori.

Il cortile da una diversa angolazione

    Nel 1888, nel quadro di un ampio programma di ammodernamento della struttura militare, all’interno di un’adiacente cortile della “Santa Teresa” fu creata anche una delle prime scuole di tiro del Corpo. Il relativo poligono fu ricavato in una parte del giardino, la più idonea per l’addestramento al tiro ordinario a 60 metri.

La scuola di tiro nel 1888-1893

    Da un articolo pubblicato sulla “Rivista Illustrata della R. Guardia di Finanza”, si apprende che tale iniziativa venne favorevolmente accolta dalle autorità militari genovesi ed anche dalla stampa specializzata, tant’è che un prestigioso giornale militare scrisse: “….questa scuola dimostra la sollecitudine del Governo per la istruzione militare delle guardie di finanza, tanto necessaria affinché, in caso di bisogno, esse sappiano compiere utilmente il proprio dovere”.

    Nel 1894, poi, in seguito al trasferimento a Verona del Deposito di Venezia, nell’impossibilità di dare agli allievi finanzieri di mare l’istruzione pratica per il servizio nei porti e nelle dogane, furono avviate al Deposito di Genova anche le reclute destinate a tali servizi. Gli allievi ricevettero la necessaria istruzione, sia dal punto di vista formale che tecnico-professionale, potendo anche utilizzare, per le esercitazioni in mare, il naviglio dislocato nel sottostante porto militare.

Esercitazioni nel cortile della Caserma

Il Deposito di Genova ebbe comunque vita breve, per quanto intensa, specie se pensiamo che fra le sue mura, in circa 17 anni di operosità, furono istruite migliaia di Fiamme Gialle. Nel 1898, in seguito alla riforma dei reparti d’istruzione della Guardia di Finanza, il reparto fu, infatti, soppresso. Da tale anno, la Caserma “Santa Teresa” fu quindi sede di prestigiosi reparti territoriali della Guardia di Finanza, primo fra tutti il Comando di Circolo interno.

Una camerata della Caserma nel 1902

1901: il Generale comandante e i suoi Ufficiali

Nel 1902 vi fu anche creata una Fanfara musicale, composta da 22 elementi al comando di un Sotto Brigadiere, la quale prese anche parte alle esercitazioni militari organizzate proprio in quell’anno nei pressi di Sestri Ponente. L’anno seguente, la direzione del complesso fu affidata ad un maestro civile, per poi ritornare, nel dicembre 1904, ad un sottufficiale musicante. Non solo, ma nell’agosto 1908, con la trasferimento a Genova della 1^ Legione di Torino, la “Santa Teresa” ospitò anche tale importante reparto.

 

  

  Con lo scoppio della Grande Guerra, la “Santa Teresa” ospitò centinaia di finanzieri, provenienti dalle Compagnie 4^ e 5^ di Genova e 7^ di La Spezia, con i quali fu costituito il 2° Battaglione mobilitato destinato ai combattimenti sul fronte Giulio.

    Attualmente la caserma ospita il 2° Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Genova, che assicura i servizi di vigilanza portuali.

Da La Regia Marina italiana all’Esposizione di Milano 1906, Bergamo 1906)

L’ammiraglio Simone Pacoret de Saint Bon,

eroe di Lissa, capo di Stato Maggiore e poi Ministro della Marina:

già responsabile dell’osservatorio didattico presso la Scuola di Marina,

nel 1859 fu destinato alla direzione dell’Osservatorio per gli usi scientifici della Marina,

costruito nel Forte San Giorgio.

Note

1.  Dal Regolamento del 1° ottobre 1815, consultabile presso la Biblioteca dell’Istituto Idrografico della Marina, si desume che inizialmente la Scuola era dotata di “un modello di fregata coll’alberatura e intieramente attrezzata per dare agli allievi le prime idee della costruzione in generale … mentre la mondezza de’ luoghi, e qualunque faticoso servizio della scuola si eseguirà con l’opera dei condannati del bagno, che giornalmente saranno a ciò destinati“.

 

2. Documenti diversi – progetti, calcoli di spesa, delibere del Genio Militare – sulla Scuola di Marina e sull’adiacente Ospedale militare sono conservati all’Archivio di Stato di Torino, Marina Materiali, mazzo 460


3.  Jacopo Paolino Campigli – capo-tecnico disegnatore presso l’Istituto Idrografico – scrive che l’ ordinamento delle due Scuole era pressoché uguale: istruzione scientifica, letteraria e professionale, impartita nell’arco di cinque anni, interrotta annualmente da una campagna in mare, di diversa durata in ciascuna scuola. Gli studenti venivano ammessi in età variabile tra i 12 e i 15 anni a Genova, anche più giovani a Napoli e, al termine del corso, ricevevano il grado di Guardiamarina.
Alla costituzione del Regno d’Italia, le due scuole rimasero autonome, pur ricevendo lo stesso ordinamento, ora modificato in quattro anni scolastici, con contestuale “inasprimento” degli esami d’ammissione. Alla fine del 1867 le due Scuole confluirono in un’unica istituzione che includeva una Prima Divisione a Napoli, con le classi I e II, e una Seconda Divisione a Genova, con le classi III e IV. Nel 1873 il numero degli anni scolastici fu riportato a cinque, alleggerendosi nel contempo gli esami per l’ammissione, di cui le prime tre classi si tenevano a Napoli e le altre due a Genova.
Nel 1878 fu promulgata la legge per la fondazione dell’Accademia Navale, su iniziativa del Ministro della Marina, Benedetto Brin: il nuovo Istituto fu eretto nell’area dell’antico lazzaretto S. Iacopo a Livorno e fu inaugurato il 6 novembre 1881 alla presenza di S.A.R. il Duca di Genova, Tommaso di Savoia, allora Capitano di Vascello.

 

Bibliografia 

Campigli Jacopo Paolino, Cartografia in La Regia Marina italiana all’Esposizione di Milano 1906, Bergamo 1906, 192 p., consultabile presso la Biblioteca dell’ Istituto Idrografico della Marina

Presciuttini Paola, L’Istituto Idrografico della Marina in Forte San Giorgio, I.I.M., Genova 1995

Vecchi Augusto Vittorio  (“Jack la Bolina”), Al servizio del mare italiano, Paravia Editore Torino, 1928